Capire lo stalking e il comportamento dello stalker
Che lo stalking sia oggi considerato un reato punibile con la reclusione, questo è risaputo; ciò che però non è ancora molto chiaro è il meccanismo che si aziona nella mente di uno stalker!
Cerchiamo di entrare più nel merito di questo scottante argomento!
Chi è lo stalker e cosa fa
Lo stalker è una persona, sia uomo che donna, che mette in atto comportamenti devianti schematici, a causa dei quali la sua vittima si trova a vivere nello sconforto, nella paura e nell’incapacità di gestire gli eventi.
Lo stalking trova origine nel potere e nella mania di controllo.
Lo stalker infatti comincia a invadere ogni sfera della persona che prende di mira, da quella pubblica a quella privata.
Le sue molestie si palesano attraverso:
- minacce verso la vittima, i suoi familiari, i suoi amici e le persone a lei vicine;
- continue telefonate, messaggi, email, stalking telefonico, contatti sui social web, lettere cartacee, biglietti, affissioni pubbliche e altro, senza il consenso della vittima e quasi sempre respinte;
- pedinamenti, appostamenti, ripetuta ricerca di contatto fisico e/o visivo, anch’essi senza il consenso della vittima;
- invio di fiori, pacchi e regali indesiderati, sia a casa che a lavoro;
- violazione della proprietà privata, danni a oggetti, auto, giardino e casa della vittima;
- violazione di ordini restrittivi ingiunti dal tribunale, come ad esempio avvicinarsi alla vittima e ai suoi familiari oltre il limite consentito;
- pubblicazione di informazioni, foto, video e documenti personali della vittima;
- utilizzo di GPS e altri sistemi di localizzazione per spiare e monitorare gli spostamenti;
- utilizzo di software specifici che controllano smartphone, computer e altri dispositivi elettronici, per sorvegliare e scoprire tutte le comunicazioni della vittima, gli eventuali appuntamenti e le persone con cui è in contatto.
Perché una persona diventa stalker?
Nella maggior parte dei casi, lo stalker comincia ad attuare i suoi comportamenti ossessivi nei confronti di una persona con cui ha avuto una relazione, ma non è sempre così. Talvolta lo stalker riversa la sua fissazione contro chi potrebbe rappresentare un partner o un amico ideale, sia che si tratti di persone comuni che di personaggi noti. Anche le star della televisione infatti possono subire stalking da parte dei fan.
A spingere lo stalker ad agire in maniera opprimente possono essere diverse cause.
Lo stalker che non accetta il rifiuto è quello che viene lasciato dal partner.
Egli prova un senso di sconfitta, di abbandono e di frustrazione; la sua mente offuscata non gli permette di farsene una ragione e i suoi primi comportamenti ossessivi partono dal desiderio di “riconquistare” la persona amata.
Più si rinnova il rifiuto e più accresce il suo desiderio di “rivincita” sull’altro.
Quando si ha a che fare con uno stalker che è anche violento, che ha quindi maltrattato il suo partner e ha già palesato comportamenti devianti durante la relazione (uso di alcol o droghe, manie di persecuzione, violenza domestica, gelosia morbosa ecc), è chiaro che il rifiuto non è per nulla semplice da accettare.
Le azioni violente, precedentemente messe in atto, possono presto ritrovare sfogo se lo stalker riesce a trovare il modo di stare da solo con la sua vittima.
Capita spesso infatti che, grazie ai suoi continui appostamenti, lo stalker riesca ad avvicinarsi alla vittima e ad usare violenza contro di lei.
Se legata a una relazione finita male, l’ossessione dello stalker è dovuta a una dipendenza affettiva, fisica ed emotiva nei confronti della vittima.
Lo stalker ossessivo però non è tale soltanto con una persona con cui ha avuto una relazione. La sua fissazione può essere anche nei confronti di un estraneo o di un personaggio famoso.
Lo stalker comincia a studiare ogni cosa che appartenga alla sua vittima: quando è il suo compleanno, che lavoro fa, come trascorre le sue giornate, chi è la sua famiglia, cosa mangia quotidianamente, quale supermercato frequenta, quali sono gli orari in cui è a casa o esce ecc ecc.
Una volta scoperte tutte le informazioni, lo stalker mette in atto le sue azioni persecutorie.
L’ossessione è spesso connessa alla fantasia. Alcuni infatti non sanno più distinguere tra realtà e immaginazione, costruiscono storie e dettagli nella propria mente di un’eventuale storia d’amore che non è mai esistita e ne parlano agli altri con la massima convinzione.
La persona che manifesta narcisismo patologico non ha la capacità di accettare un rifiuto, una perdita, una “sconfitta”. Non riesce ad accettare di soffrire a causa di una scelta presa da altri e non condivisa.
Se diventa stalker, il narcisista parte dall’idea che se soffre lui deve soffrire anche l’altro, se non si può stare insieme allora l’altro non deve stare con nessuno.
Cosa deve fare chi subisce stalking
Il reato di stalking è punibile dalla legge, pertanto le vittime di stalking devono denunciare la persona che compie atti persecutori nei loro confronti.
Si tratta sicuramente di una decisione non sempre semplice da prendere, perché in quasi tutti i casi lo stalker riesce a rendere deboli le proprie vittime, facendole vivere nello sconforto e nella paura, attraverso minacce e altre azioni ossessive.
L’ideale sarebbe quindi cominciare sin da subito a segnalare eventuali strani comportamenti, anche perché quando qualcosa non va, non è così difficile accorgersene.
Cos’altro fare?
- Cercare sin dai primi approcci morbosi di stabilire la propria posizione, troncando ogni tipo di comunicazione. Se lo stalker insiste con chiamate o messaggi, è sempre meglio non rispondere.
- Fare attenzione a non pubblicare online i propri spostamenti, le proprie abitudini ecc.
- Evitare di avere sempre acceso il GPS del telefono, in modo da non essere raggiungibile, qualora lo stalker abbia manomesso lo smartphone.
- Non percorrere sempre la stessa strada, ma cambiare ogni volta che è possibile.
- Non lasciare le chiavi in giro e chiudere sempre la porta di casa e la propria auto.
- Evitare di far presente che si ha intenzione di chiamare le forze dell’ordine, se poi non lo si fa davvero. Lo stalker può interpretarla come una mancanza di volontà da parte della vittima. La fantasia dello stalker può arrivare molto lontano: “se non ha chiamato i carabinieri, vuol dire che non mi vuole cacciare realmente dalla sua vita o che mi ama”; “se non ha chiamato la polizia, vuol dire che ha paura delle conseguenze, quindi ce l’ho in pugno” ecc.
- Avvisare familiari, amici e parenti di ciò che sta accadendo, in modo da mettere tutti in guardia e da ricevere il giusto sostegno.
Inoltre, sarebbe opportuno stabilire con tutti una strategia per mettersi in sicurezza, qualora dovesse manifestarsi un incontro spiacevole.
Anche i figli vanno messi in guardia e, in caso di necessità, devono saper agire in maniera tempestiva e diligente: chiamare i carabinieri, i soccorsi ecc. - Conservare tutte le prove degli atti persecutori: email, messaggi, lettere, cronologie di chiamate ripetute ecc.
- Rivolgersi a esperti informatici per verificare che non ci siano software installati sul PC o sul telefono, per tracciamenti e controlli di attività.
- Affidarsi a un avvocato, per capire in che modo bisogna agire legalmente contro lo stalker.
Così come stabilito dall’articolo 612 bis del Codice Penale, il reato di stalking può essere punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni, a seconda dei casi, e la pena può aumentare se a commettere tale reato è il coniuge separato o divorziato, oppure se lo stalking avviene a danno di un minore, una donna in stato di gravidanza o una persona con disabilità.