Falsificare certificato medico, licenziamento per giusta causa
Falsificare un certificato medico è un comportamento estremamente grave che può portare al licenziamento per giusta causa. Si tratta di un illecito che compromette in modo irreparabile il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente.
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Certificato medico falso: perché porta al licenziamento
La giurisprudenza è chiara: la produzione e l’utilizzo di un certificato medico falso rappresentano una violazione dei doveri contrattuali e possono giustificare il licenziamento immediato per giusta causa, senza obbligo di preavviso o indennizzo.
Questo è un caso specifico in cui il licenziamento per malattia, normalmente soggetto a tutele, si trasforma in un licenziamento legittimo a causa della condotta fraudolenta del lavoratore.
In particolare, la sentenza n. 8925/2015 della Corte Suprema di Cassazione (Sezione Lavoro) ha ribadito che l’uso di certificati medici falsi configura un comportamento doloso e premeditato, aggravando la posizione del lavoratore.
Malattia simulata e truffa al datore di lavoro
Simulare una malattia e consegnare un certificato falso – magari con la complicità di un medico – costituisce un vero e proprio raggiro ai danni del datore di lavoro. Questa condotta può integrare gli estremi del reato di truffa (art. 640 c.p.) ed è quindi perseguibile penalmente.
Tra le situazioni più gravi rientrano:
- la malattia simulata da parte di un dipendente in salute;
- la complicità di un medico nel redigere un certificato non veritiero;
- l’uso del documento per ottenere giorni di assenza retribuiti senza giusta causa.
In questi casi, il datore di lavoro può attivare una procedura di licenziamento per malattia non tanto per l’assenza in sé, ma per l’abuso e la frode che ne derivano, trasformandolo in un licenziamento per giusta causa.
Conseguenze legali e responsabilità penali
Consegnare documenti sanitari falsi può non solo portare al licenziamento disciplinare, ma anche esporre il dipendente a responsabilità penali. Nei casi più gravi, come nel settore sanitario, l’infermiere o medico dipendente pubblico che commette illeciti di questo tipo può rispondere del reato di truffa aggravata per aver percepito compensi non dovuti.
Anche il licenziamento per malattia prolungata, che normalmente richiede il superamento del periodo di comporto, può diventare immediato se emergono prove di frode come certificati falsi o simulazioni di patologie inesistenti.
Come tutelarsi: il ruolo delle prove
In ogni situazione di questo tipo, è fondamentale disporre di prove documentali e testimonianze. I datori di lavoro possono rivolgersi a uno studio legale o un agenzia investigativa esperta in diritto del lavoro per valutare la legittimità del licenziamento. In casi sospetti, è anche possibile ricorrere all’investigazione aziendale, nel pieno rispetto della normativa vigente.
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