Il datore di lavoro può spiare i dipendenti?
indagine datore di lavoro sui dipendenti
Con l’avvento delle tecnologie digitali, molti dipendenti si chiedono se il loro datore di lavoro abbia il diritto di monitorare le loro attività sul posto di lavoro, sia online che offline.
La questione è controversa e dipende dalle leggi del paese in cui si lavora, ma in generale, il datore di lavoro ha il diritto di monitorare le attività dei dipendenti solo in determinate circostanze.
Andiamo a vedere quando è legittimo e quando, invece, rappresenta una vera e propria violazione della privacy.
Spiare i dipendenti: quando e come è concesso al datore di lavoro
Secondo l’articolo2094 del Codice Civile ”è prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore”.
L’imprenditore, anche noto come datore di lavoro, ricoprendo la funzione massima nell’attività, ha una serie di responsabilità da cui non può assolutamente esonerarsi.
Nello specifico, è responsabile:
- Della sicurezza sul lavoro. Deve garantire un ambiente di lavoro sicuro e adottare tutte le misure necessarie per prevenire incidenti e malattie professionali. Inoltre, deve informare e formare i lavoratori sulle procedure di sicurezza e sui rischi associati al lavoro che svolgono.
- Della tutela della salute dei suoi dipendenti. Deve garantire un ambiente di lavoro salubre e adottare tutte le misure necessarie per prevenire malattie e infortuni sul lavoro. Inoltre, deve fornire le attrezzature di protezione individuale necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori.
- Del rispetto dei contratti collettivi di lavoro e il pagamento della retribuzione pattuita. Deve rispettare le leggi che regolano l’orario di lavoro, le ferie e le tutele per la maternità.
- Della garanzia di un ambiente di lavoro libero da discriminazioni di ogni genere e da qualsiasi forma di molestia o intimidazione sul lavoro.
Cosa può fare il datore di lavoro in merito al monitoraggio dei suoi dipendenti?
Innanzitutto è bene precisare che il datore di lavoro ha il diritto di monitorare le attività dei suoi dipendenti durante l’orario di lavoro: ciò include il monitoraggio dell’utilizzo di Internet, delle email, delle chat online e di altre forme di comunicazione digitale.
Tuttavia, questo tipo di monitoraggio deve essere effettuato in modo proporzionato e rispettando la privacy dei dipendenti.
Tra l’altro, il monitoraggio dei dipendenti è importante anche quando si palesano situazioni per licenziare un dipendente in cui potrebbe anche essere necessario licenziare per una giusta causa.
telecamere sul posto di lavoro
Il datore di lavoro può anche installare le telecamere di videosorveglianza per monitorare i suoi dipendenti?
Certamente.
Le telecamere di videosorveglianza rappresentano uno strumento importante per la sicurezza sul lavoro, ma il loro utilizzo è limitato solo a determinate situazioni e nel rispetto di precise regole.
In primo luogo, le telecamere di videosorveglianza possono essere installate solo per garantire la sicurezza sul lavoro o per prevenire furti e atti vandalici; l’utilizzo delle telecamere, infatti, deve essere giustificato e proporzionato al fine che si intende raggiungere.
In secondo luogo, il datore di lavoro deve informare i dipendenti sull’utilizzo delle telecamere di videosorveglianza.
La legge, a tal proposito, prevede che i lavoratori debbano essere informati in modo chiaro e trasparente sull’installazione delle telecamere e sui loro scopi; questo è generalmente fatto tramite l’inserimento di una clausola di monitoraggio nella politica aziendale o nel contratto di lavoro (Art. 4, Legge 300/1970 – Statuto dei lavoratori).
Inoltre, come dicevamo, il datore di lavoro deve rispettare la privacy dei dipendenti: le telecamere non possono essere installate in luoghi riservati, come i bagni, le docce o i camerini.
Inoltre, le telecamere non possono registrare l’audio, tranne in casi particolari previsti dalla legge.
Infine, i dati raccolti dalle telecamere devono essere trattati in modo conforme alle norme sulla protezione dei dati personali.
I dati raccolti dalle telecamere possono essere conservati solo per il tempo strettamente necessario (solitamente 24-48 ore) e devono essere protetti da accessi non autorizzati (Normativa sulla privacy, D.Lgs n.196/2003).
Cosa cambia rispetto alle altre nazioni?
In alcuni paesi, come gli Stati Uniti, il datore di lavoro può monitorare le attività dei dipendenti anche al di fuori dell’orario di lavoro, ma solo se queste attività sono strettamente correlate al lavoro.
Un caso tipico è quello del dipendente che utilizza il suo computer aziendale per lavorare da casa.
Tuttavia, il datore di lavoro non può monitorare le attività personali del dipendente, come la navigazione su Internet o l’utilizzo dei social network reti sociali.
In Europa, invece, il monitoraggio dei dipendenti è più regolamentato e limitato rispetto agli Stati Uniti.
In generale, il datore di lavoro può monitorare le attività dei dipendenti solo se ci sono motivi validi, come prevenire il furto o il vandalismo.
Il monitoraggio deve essere proporzionato e non può violare la privacy dei dipendenti.
Quando invece diventa illegittimo il monitoraggio dei dipendenti
Il monitoraggio dei dipendenti da parte del datore di lavoro può essere giustificato, come detto, ma ci sono delle situazioni in cui diventa illegittimo e viola la privacy dei lavoratori.
Analizziamo le fattispecie più comuni.
- Il monitoraggio dei dipendenti diventa illegittimo quando viene effettuato in modo eccessivo o sproporzionato rispetto al fine che si intende raggiungere: il datore di lavoro, infatti, non può controllare ogni singolo movimento dei suoi dipendenti, quasi come se fosse uno stalker, ma solo in relazione a specifiche motivazioni e obiettivi.
- Il monitoraggio dei dipendenti diventa parimenti illegittimo quando viola il diritto alla privacy dei lavoratori: il datore di lavoro non può addentrarsi nella vita privata. In particolare, è doveroso precisare che il monitoraggio dei dipendenti attraverso i loro account di posta elettronica o i loro profili sui social network può essere illegittimo e violare il diritto alla privacy.
- Altra fattispecie classificabile come illegittima è quella in cui il monitoraggio viene effettuato senza il loro consenso: i lavoratori devono essere sempre informati sulle modalità e le finalità del monitoraggio e devono dare il loro consenso esplicito.
- Infine il monitoraggio dei dipendenti diventa illegittimo quando viola le norme sulla protezione dei dati personali: il datore di lavoro deve garantire la sicurezza dei dati raccolti e trattati e rispettare le norme sulla conservazione e la cancellazione dei dati.
Categorie di lavoratori che possono essere controllati
In linea generale, tutte le categorie di lavoratori subordinati possono essere monitorati dal proprio datore di lavoro, mentre è possibile controllare anche i collaboratori esterni all’azienda, tenendo però in considerazione specifiche fattispecie.
Il controllo dei lavoratori subordinati è consentito solo in relazione alle mansioni e ai compiti che il lavoratore deve svolgere.
Il datore di lavoro può effettuare il controllo solo se questo è necessario per garantire la sicurezza sul lavoro, la tutela dei beni aziendali o la produttività dell’azienda.
Per quanto riguarda i collaboratori esterni all’azienda, invece, il controllo è possibile solo in casi particolari e solo se espressamente previsto dalla legge o dal contratto stipulato tra le parti; ad esempio, se l’azienda affida dei compiti ad un professionista esterno, come un avvocato o un consulente, può controllare il lavoro svolto solo in relazione al mandato affidato e solo se ciò è previsto dal contratto.
In linea generale, dunque, il controllo dei dipendenti è altresì possibile in molte circostanze, tuttavia non dovrebbe essere visto come un’opportunità per violare la privacy dei lavoratori, ma come uno strumento per migliorare la produttività e la sicurezza sul lavoro.
È importante, infatti, che datore di lavoro e dipendenti collaborino per garantire un ambiente di lavoro sereno e rispettoso dei diritti di tutti.
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