Denunciare i genitori per violenza psicologica: quando e come farlo
La violenza domestica è un fenomeno ancora molto diffuso.
In Italia i dati sono allarmanti, sia in merito agli abusi contro le donne che contro i minori.
Molte di queste violenze sono purtroppo compiute contro i minori dai genitori stessi e, sebbene l’informazione stia cercando di aprire il dibattito per non relegarlo ad argomento tabù, ma al fine di poterne parlare sempre di più, evitando che le vittime si sentano arginate o non comprese, le denunce sono sempre nettamente inferiori rispetto ai casi di reato effettivi.
Questa tipologia di reato inoltre, è molto complessa da analizzare proprio per la sua natura, infatti la tendenza, sia delle vittime che, ovviamente, dell’autore del reato, è quella di contenere gli episodi tra le mura domestiche. Questa connivenza passiva delle vittime è frutto non solo della violenza in sé, ma anche e soprattutto di un certo tipo di abusi emotivi sommersi, difficili da portare in evidenza e complessi da definire in contorni nitidi.
Per tale ragione, al fine di ottenere un buon risultato e soprattutto la salvaguardia del minorenne, è opportuno rivolgersi a professionisti che effettuano indagini difensive accurate, ovvero attività di investigazione che individuano le prove a favore del cliente, utilizzando tutti gli strumenti che si trovano all’interno del codice di procedura penale. Questo aspetto, nel campo delle violenze non fisiche, è un elemento fondamentale alla tutela della vittima.
Nonostante la nube non chiara che gravita attorno al fenomeno appena descritto, le istituzioni a supporto della famiglia, come psicologi e assistenti sociali continuano nell’opera di sensibilizzazione delle vittime a denunciare, affinché le stesse possano essere innanzitutto coscienti di quello che sta avvenendo, e di difendersi. Le istituzioni però non sono ancora sufficientemente presenti, infatti non è per nulla semplice arginare queste violenze, soprattutto se a commetterle sono proprio i genitori delle vittime.
Quello che i professionisti in questo settore possono fare per agevolare la denuncia, è in primo luogo rendere chiare alcune definizioni e differenze; prima di tutto, come già accennato all’inizio, è bene comprendere che quando si parla di abusi non s’intende solo ed esclusivamente quelli fisici, ma si parla anche di:
- violenze psicologiche
- abusi emotivi
- violenza verbale
Quindi, un genitore che non picchia il proprio figlio, ma infligge violenza psicologica, può essere denunciato per violenza sul minore.
Questi atti hanno la caratteristica di non lasciare segni sul corpo, ma di determinare in maniera netta alcuni traumi psicologici e, nella peggiore delle ipotesi, anche disturbi emotivi e della personalità.
Tuttavia è importante approcciarsi a questo argomento per gradi a causa della linea sottile che sta tra violenza fisica e psicologica; pertanto è necessario comprendere tale differenza per poter poi avere gli strumenti adeguati nel caso in cui si presentino queste forme di reato e denunciare un genitore per violenza.
Solitamente, l’abuso psicologico si manifesta con atti verbali e comportamenti che inficiano la dignità della vittima tramite diverse forme:
- insulti
- umiliazioni pubbliche
- denigrazioni costanti.
Questi atteggiamenti portano il minore ad essere soggiogato dall’adulto così che possa prostrarsi al volere del genitore che sta esercitando la violenza; ne consegue che il bambino è indotto a fare quello che altrimenti non farebbe contro il suo volere.
Genitori: quando denunciarli per abusi emotivi sui figli?
Per potersi liberare da questo incubo un minore deve sapere che i genitori possono essere denunciati per violenza psicologica sui figli in quanto punibili secondo la legge. I reati per cui possono essere denunciati i genitori sono:
- reati di minaccia
- reati di violenza privata
- maltrattamenti contro un familiare o un convivente.
Gli articoli che sanciscono questi crimini sono l’Art. 612, 610 e 572 del codice penale.
La legge che tutela le vittime esiste, ma come denunciare concretamente i genitori che infliggono violenza sul minore? Tutti quei minori che subiscono violenza domestica possono recarsi in qualsiasi presidio delle forze dell’ordine per sporgere una querela; non è necessario scrivere atti, ma è sufficiente esporre quanto avviene tra le mura domestiche.
Se la vittima è un minore di quattordici anni, la denuncia può anche essere fatta dall’altro genitore o tutore, nonostante la contraria dichiarazione di volontà del bambino. Ovviamente in questa situazione, il genitore innocente può richiedere anche l’affidamento esclusivo del figlio.
Nel caso in cui non ci siano i presupposti per denunciare le violenze tramite le forze dell’ordine, il minore può esporre gli abusi presso la polizia municipale oppure tramite l’amministrazione comunale nella persona del Sindaco.
Si attivano quindi tutte le procedure che monitorano la situazione e indagano per il controllo e la sicurezza della vittima, anche con i servizi sociali del luogo. Le forze dell’ordine inoltre dovranno comunicare il fatto al pubblico ministero, quest’ultimo poi dovrà chiedere al Gip la nomina di un curatore speciale, capace di valutare la possibilità di sporgere effettivamente querela contro i genitori.
Se però non è stata fatta segnalazione del minore abusato, ma si conosce la situazione tramite la scuola e i servizi sociali, le forze dell’ordine o il soggetto istituzionale dovranno comunicare la notizia al pubblico ministero e anche in questo caso, quest’ultimo dovrà fare richiesta al giudice per la nomina di un curatore speciale affinché possa valutare l’ipotesi di sporgere direttamente una querela formale contro i genitori, nell’interesse del minore che è vittima di abusi.
Con queste premesse è importante sapere che la violenza psicologica domestica è un reato procedibile d’ufficio e quindi denunciabile da chiunque (anche da chi ha assistito casualmente agli abusi), per tale ragione può succedere anche che il minorenne possa raccontare l’accaduto ad un proprio parente o conoscente affinché questo possa sporgere querela alle autorità.
A volte però, le situazioni complesse della violenza domestica fanno sì che il minore offeso non abbia alcun tipo di rappresentanza, né in termini di tutore né di genitore, per esempio a causa di un conflitto di interessi dell’altro genitore; per tutti questi casi il diritto di querela è esercitato da un curatore speciale nominato dal tribunale.
Curatore speciale per la tutela dei minori
Chi è il curatore speciale? Questa figura nasce per tutelare il minore abusato dai genitori.
La legge prevede che il giudice, su eventuale richiesta del minore stesso oppure nel caso di segnalazione tramite il Pubblico Ministero, nomini una persona imparziale così che possa valutare se sporgere querela per togliere il minore dalla situazione di pericolo.
Questa richiesta può pervenire da chiunque conosca la situazione della vittima. Ad esempio, se questi si reca dai carabinieri per denunciare le violenze psicologiche dei genitori sui figli.
La nomina della figura del curatore speciale è obbligatoria tutte le volte in cui il minore di quattordici anni non abbia nessuno in grado di tutelarlo e cioè nelle situazioni in cui entrambi i genitori sono autori di violenze, oppure perché il genitore “innocente” non ha la possibilità di procedere a querelare il coniuge.
Definire le violenze psicologiche, e quindi poter tutelare il minore abusato, non è cosa semplice, anzi prevede l’inserimento di diverse figure professionali che devono salvaguardare la situazione emotiva della vittima. Questa cura e questa sensibilità, necessaria nei confronti del minore, rende prioritario l’affidarsi a professionisti nel campo dell’investigazione e della materia di tutela minorile.