Storno di dipendenti e concorrenza sleale
Storno dei dipendenti cosa sapere
Non sempre un lavoratore può scegliere un’occupazione liberamente. Anche se viviamo in un’economia di mercato dove l’incontro tra domanda e offerta di lavoro è generalmente libero, in alcuni casi il passaggio di un dipendente da una società ad un altra può essere visto come segnale di un comportamento scorretto da parte di un’azienda. In tali circostanze, il trasferimento dei dipendenti rientra in una strategia aziendale che ha come obiettivo quello di mettere in difficoltà la società concorrente.
Questa azione si chiama “storno di dipendenti”, particolarmente dannosa soprattutto quando riguarda l’assunzione di dipendenti qualificati e specializzati oppure che ricoprono posizioni strategiche all’interno di un’impresa. Di per sé l’iniziativa viene considerata lecita, poiché espressione del principio di libera circolazione del lavoro, qualora però non abbia lo scopo di danneggiare direttamente i competitors aziendali.
Alcune professionalità non sono facilmente sostituibili e la loro sottrazione repentina potrebbe provocare la cessazione delle attività produttive dell’azienda. Per questo diventa fondamentale individuare le ipotesi in cui l’assunzione integri il presupposto di concorrenza sleale sviamento clientela ad agire a questa minaccia nel migliore dei modi.
Art. 4. della Costituzione italiana:
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”
La nostra Costituzione afferma che ogni cittadino ha il diritto e la libertà di cercare – e cambiare – lavoro, perseguendo i propri interessi. Il dipendente, infatti, rispettando soltanto i termini di preavviso previsti dal contratto, può sempre dimettersi dal rapporto di lavoro e cercare altro, magari per perseguire migliori opportunità di carriera e di crescita professionale, oppure semplicemente per ottenere una retribuzione più alta.
Storno dei dipendenti le motivazioni
I motivi che spingono una persona a cambiare il proprio posto di lavoro possono essere tanti, come sono molte le ragioni che stimolano un’azienda ad attrarre i migliori lavoratori per essere più competitiva e performante sul mercato. Pertanto è del tutto lecito cercare di assumere determinati dipendenti. Ma se tale agire è volto a danneggiare l’azienda concorrente, la legge considera questa iniziativa come un’attività che rientra nella concorrenza sleale, che, come noto, è vietata dalla legge.
Per questo occorre sempre calarsi nel caso specifico per capire se effettivamente lo storno di dipendenti è realizzato al fine di boicottare e danneggiare l’organizzazione concorrente. In queste circostanze, l’azienda soggetto dello storno può richiedere all’altra società un indennizzo per il reato subito. Il danno, però, per essere risarcito e liquidato dal giudice, deve essere provato. Per questo, la società danneggiata dovrà dimostrare il danno organizzativo provocato dalla repentina uscita dei propri dipendenti, depositando in giudizio:
- l’organigramma aziendale prima e dopo lo storno;
- il numero dei dipendenti oggetto di storno;
- la posizione professionale e le attività a cui erano preposti i dipendenti stornati;
- le difficoltà incontrate dall’azienda nel reclutamento di figure professionali con competenze analoghe a quelle dei dipendenti stornati;
- il tempo necessario alla formazione delle nuove risorse;
- gli eventuali clienti persi dalla società insieme ai dipendenti stornati.
Inoltre, nel caso in cui lo storno abbia assunto modalità lesive della reputazione aziendale, l’azienda potrebbe avere diritto al risarcimento del danno all’immagine commerciale. Per dimostrare di aver subito un ingente danno e produrre prove valide in tribunale è opportuno rivolgersi ad un’agenzia investigativa che, grazie ad approfondite conoscenze in ambito normativo ed investigativo, sarà in grado di produrre prove che dimostrino appieno la slealtà dell’azienda concorrente tramite un investigazione aziendale.
Tale operazione condotta da una figura inesperta potrebbe invalidare le prove acquisite, utilizzando metodologie investigative non idonee ai fini giuridici, o persino non produrre argomentazioni veramente rilevanti.