Affidamento esclusivo alla madre
L’affidamento esclusivo alla madre presupposti
In caso di separazione dei genitori, generalmente il nostro ordinamento prevede che i figli siano affidati in maniera condivisa a entrambi . Tuttavia vi sono dei casi eccezionali in cui è possibile disporre l’affidamento esclusivo a un solo genitore, purché ciò risponda all’interesse morale e materiale della prole. Spetta quindi al giudice determinare le modalità della presenza dei minori presso i genitori e del modo in cui, questi ultimi, devono contribuire alla loro istruzione, educazione e cura. Il criterio fondamentale della scelta per l’affidamento è dunque costituito nell’esclusivo interesse morale a materiale della prole, che impone di privilegiare la soluzione più idonea.
Se in giudizio risulta inopportuno l’affidamento ad entrambi i genitori, il giudice può disporre l’affido esclusivo.
Affidamento esclusivo alla madre quando
Le motivazioni di questa decisione possono essere diverse, tra cui:
- l’incapacità educativa oggettiva di uno dei genitori di prendersi cura della prole;
- il disinteresse genitoriale, che può danneggiare irrimediabilmente l’equilibrio psicofisico dei minori;
- la strumentalizzazione dei figli con l’intento di denigrare il genitore non convivente, provocandone intenzionalmente l’allontanamento;
- il carattere aggressivo e violento del genitore che va a nuocere la crescita dei figli.
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Come ottenere affidamento esclusivo alla madre
L’affidamento esclusivo alla madre deve essere particolarmente motivato, non soltanto dimostrando i potenziali danni arrecati ai figli da un affidamento condiviso, ma anche la inidoneità educativa del genitore. L’affidamento esclusivo, in ogni caso, non comporta la perdita della responsabilità genitoriale dell’altro, il quale, anche se in modo limitato, ha sempre il diritto di vegliare sui propri figli. Dall’altro lato, il genitore affidatario deve rispettare le prescrizioni del giudice, favorendo il mantenimento dei rapporti tra i figli e l’altro genitore.
Qualora poi vi siano delle motivazioni particolarmente gravi, è possibile che venga disposta anche la decadenza della responsabilità genitoriale al genitore non affidatario. Questa decisione, ben diversa dall’affidamento esclusivo, avviene solamente nei casi più gravi, laddove vi siano circostanze che compromettono l’incolumità dei minori derivanti dalla condotta pregiudizievole del genitore.
Pertanto l’affidamento esclusivo dei figli alla sola madre può essere richiesto al giudice qualora il padre abbia una condotta tale da compromettere l’equilibrio e la crescita dei bambini, ossia quando i comportamenti paterni siano in conflitto con le esigenze di custodia, educazione, istruzione e sviluppo psicofisico dei figli.
Anche in caso di affido esclusivo alla madre, il padre dovrà comunque continuare a partecipare alla vita della prole, prendendo insieme alla madre le decisioni più importanti, come le questioni relative all’educazione, all’istruzione e alla salute dei figli. Come spesso accade, i figli tendono ad essere collocati presso l’abitazione della madre, con la possibilità di vedere il padre nelle giornate stabilite dal giudice.
Secondo l’ISTAT, fino al 2005, è stato l’affidamento esclusivo dei figli alla madre la tipologia di affido più applicata, ovvero nell’80,7% delle separazioni. Negli ultimi anni si sta sempre più assistendo ad una riduzione di questa percentuale, difatti, nel 2015 circa l’89% dei casi di divorzio si è concluso con l’affidamento congiunto, mentre soltanto l’8,9% dei figli è stato affidato esclusivamente alla madre. La quota di affidamenti esclusi al padre concessi continua però a rimanere su livelli molto bassi.