Contratto di portierato Covid-19: aggiornamenti
In questo momento lavorativa mente instabile, in cui il Covid-19 ha messo in ginocchio vari settori produttivi e figure professionali, c’è un’altra categoria poco considerata che deve fare i conti con questa criticità:
Il portiere condominiale
Ai tempi del coronavirus,anche le mansioni svolte dal portiere di condominio e tutti i servizi di portierato devono attenersi alle disposizioni decretate dal Governo per svolgere le proprie mansioni in tutta sicurezza.
Cosa succede però se si accusano i sintomi da Covid-19?
In questo caso, il lavoratore deve immediatamente rivolgersi ai numeri di emergenza e mettersi in isolamento volontario nella propria abitazione. Sarà poi compito dell’amministratore condominiale, una volta essere stato prontamente avvisato dal portinaio, comunicarlo allertando i condòmini per limitare il più possibile il contagio.
Ed è proprio durante questo periodo di pandemia che l’amministratore, ovvero il datore di lavoro, è tenuto a fornire ai propri dipendenti i dispositivi di protezione individuali (Dpi) e redigere il Documento di Valutazione dei Rischi (Dvr). Dunque l’amministratore ha la responsabilità di adottare tutte le misure affinché la dotazione fornita ai propri lavoratori, sia progettata e utilizzata in tutta sicurezza così da salvaguardare chi la utilizza.
L’amministratore è poi tenuto a controllare il regolare adempimento delle disposizioni contenute nei Dpcm Governativi da parte dei dipendenti condominiali. Gli incarichi del portiere lo espongono in prima persona, essendo in contatto molto spesso con individui estranei al condominio. Pertanto è buona prassi dell’amministratore, invitare il portiere ad attenersi alle direttive imposte dal Governo, per contenere la diffusione di questa pandemia. Una buona azione dell’amministratore può essere quella di affiggere un elenco delle misure di contenimento che sia visibile ai condòmini ed al portiere: lavarsi spesso le mani e disinfettarsi, divieto di assembramento e mantenimento della distanza tra le persone.
Quali sono le mansioni, gli orari e il contratto di un portiere condominiale?
Le mansioni
Il ruolo del portiere è molto delicato, più di quanto si possa pensare. La responsabilità che ha riguarda, soprattutto, la ricezione della posta. Infatti, da contratto, esso è autorizzato a ritirare la posta ordinaria; mentre per quella straordinaria, come una raccomandata, occorre avere la delega del condomino.
I compiti del portiere sono svariati e spaziano dalla vigilanza, alla manutenzione ordinaria dello stabile (come, ad esempio, sostituire le lampadine), alla sorveglianza circa l’uso del citofono e dell’ascensore. Altre mansioni potrebbero essere quelle di pulizia degli spazi comuni (pratica un po’ in disuso perchè molti condomìni si affidano a ditte specializzate) e la gestione dell’impianto centrale di riscaldamento e di distribuzione dell’acqua calda. Nel caso straordinario di blocco dell’ascensore condominiale, il portiere può intervenire sbloccando la cabina e facendo così uscire le persone al suo interno.
Il contratto
Il condominio, mediante l’amministratore e tramite la stipulazione di un contratto, è tenuto a rispettare le disposizioni del Testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro (articolo 2087 del Codice Civile e Dlgs 81/2008). Le parti siglano un contratto nel quale si indica: data di assunzione, durata del periodo di prova, esatta qualifica del lavoratore, mansioni affidate, retribuzione, orario di lavoro (settimanale e giornaliero), orario di apertura e chiusura del portone, fascia oraria di reperibilità e, se presente, l’indicazione e la descrizione dell’alloggio di servizio. In alcuni casi il contratto può prevedere anche l’assegnazione di un alloggio, composto da almeno due ambienti all’interno dello stabile; qualora il contratto non lo preveda, il portiere dovrà essere fornito di una guardiola e di servizi igienici.
L’orario di lavoro
Per quanto riguarda l’orario di lavoro, vi sono delle differenze a seconda che il portiere usufruisca o meno dell’alloggio. Nel primo caso, il portiere che usufruisce di un alloggio lavora normalmente su un monte di 48 ore settimanali distribuite generalmente su sei giornate. Mentre il portiere che non usufruisce dell’alloggio lavora su un monte orario settimanale di 45 ore distribuite su sei giornate. In ambedue i casi l’orario giornaliero è continuativo, con un intervallo concordato tra le parti.