La Scena del Crimine
Cosa è la scena del crimine ?
Quante volte durante qualche telefilm poliziesco abbiamo visto una scena del crimine, una figura delineata da scotch bianco e la segnaletica gialla “CRIME SCENE DO NOT CROSS”?
Sicuramente tantissime, ma è bene ricordare che non sempre la rappresentazione cinematografica è fedele alla realtà. In questo articolo proveremo ad analizzare i tratti più salienti di una scena del crimine e le tecniche che permettono di ricostruire gli avvenimenti.
Prima di tutto è importante definire cos’è la scena del crimine: si tratta dello spazio fisico, territoriale, concettuale e virtuale nel quale il crimine è avvenuto. All’interno di questo spazio è possibile trovare tracce di ogni tipo, chimiche, biologiche, logiche.
Tutti gli elementi reperibili in tale contesto si mischiano e contribuiscono alla definizione precisa degli avvenimenti. Il crimine, inoltre, per essere definito tale, ha bisogno di una vittima, di un aggressore e del luogo dell’aggressione.
Con “scena del delitto” o “luogo del delitto” si indica invece il luogo fisico spaziale che contiene il crimine. All’interno di questi luoghi si cerca ogni possibile informazione che possa contribuire a far luce sull’accaduto.
Vi sono diverse figure professionali che intervengono sulle scene del crimine e collaborano per la risoluzione del caso:
- antropologo forense: di supporto agli inquirenti, offre il suo contributo per capire come, dove, da quanto e perché la vittima è morta;
- esperto delle tracce di sangue: riesce a risalire alle dinamiche attraverso l’analisi delle tracce di sangue presenti sulla scena;
- criminologo: studia il comportamento criminale;
- psicologo criminale: il suo compito consiste nell’interpretare, capire il comportamento di chi ha commesso il crimine;
- genetista forense: analizza le tracce biologiche identificate all’interno della scena del crimine.
Si individuano poi una serie di passaggi che precedono e seguono l’analisi della scena del crimine: questi cambiano anche a seconda di chi si approccia alla scena, quindi che si tratti di investigatori, esperti scientifici, specialisti di profiling psicologico o altro, le modalità e gli scopi possono variare.
Analisi scena del crimine, sopralluogo e psicologia investigativa
Il primo passo è il sopralluogo, il cui obiettivo primario è il reperimento di tracce, elementi, informazioni, biologiche e non, che permettano di far luce sull’accaduto.
Una volta effettuato il sopralluogo, vi sono diverse azioni che si possono compiere e ogni figura presente sulla scena del crimine sarà preposta allo svolgimento di una determinata attività. Tra queste, troviamo ad esempio la psicologia investigativa: materia sviluppatasi nella metà degli anni ‘80 del secolo scorso, si occupa dell’applicazione della psicologia all’investigazione, supportando le indagini attraverso la descrizione della personalità, del carattere, dei comportamenti di chi commette un reato, cercando di approfondire le informazioni più importanti dal punto di vista comportamentale.
Vi sono diversi campi di applicazione della psicologia investigativa, come ad esempio:
- il criminal profiling
- l’autopsia psicologica
- la psicologia della testimonianza
In Italia questo campo di ricerca si è affermato di recente, inserendosi nell’ambito della psicologia giuridica: si tratta di una materia non ancora approfondita, come dimostra la mancanza di strumenti e il mancato coordinamento tra forze dell’ordine e figure professionali.
Secondo la Legge del 7 dicembre 2000, n. 397 lo psicologo può collaborare con gli investigatori e coi difensori alla raccolta delle fonti di prova, ai sopralluoghi e alle attività di ricostruzione degli avvenimenti in quanto consulente.
L’importanza della perizia balistica
Un’altra attività di fondamentale importanza per la risoluzione di un caso è la perizia balistica: attraverso lo studio e l’analisi di fattori meccanici, chimici, fisici si ricostruiscono le dinamiche di un crimine. Questa pratica viene utilizzata spesso con l’obiettivo di identificare l’autore di uno sparo, la traiettoria di un tiro, il tipo di arma da fuoco utilizzata.
Chi si occupa di compiere questo studio deve essere in grado di analizzare le tre fasi principali dello sparo di un proiettile: la fase interna alla canna dell’arma, quella esterna e quella relativa all’impatto con il bersaglio.